Un pò di chiarezza
8:31:00 PM Posted In Gaza , Guerra , Israele , Palestina 1 Comment »
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La guerra arabo-israeliana del 1948 (per gli israeliani "Guerra d'indipendenza, מלחמת העצמאות, per gli arabi "al-nakba", النكبة, ossia "la catastrofe")è il modo in cui viene chiamata l’invasione armata della Palestina da parte di ebrei e sionisti, con il placet della comunità internazionale, attraverso la risoluzione 181 dell’ONU. Il 10 marzo di quello stesso anno, un gruppo di undici uomini, dirigenti sionisti veterani e giovani ufficiali militari ebrei ultimarono il piano di pulizia etnica della Palestina. Quello stesso giorno, ad ogni unità presente sul campo venne fornito un elenco di villaggi e quartieri, quali obiettivi del piano generale, che in codice era chiamato PIANO D (dalet in ebraico). La versione finale del piano dichiarava in modo esplicito che i palestinesi se ne dovevano andare da dove si trovavano. Questo progetto di pulizia etnica nei confronti degli abitanti della Palestina, era stato pianificato e preparato in modo accurato. Innanzitutto venne proposto un registro dettagliato di tutti i villaggi palestinesi, gestito dal Fondo Nazionale Ebraico (JNF) . Questo meccanismo di registrazione e di schedatura dei villaggi palestinesi erano iniziato a partire dagli anni ’30. Di ogni villaggio erano state indicate le vie d’accesso, la qualità della terra, le sorgenti d’acqua, quali fossero le principali fonti di reddito, la struttura socio-politica, le appartenenze religiose, le relazioni con gli altri villaggi, l’età degli uomini tra i 16 ed i 50 anni e altri dettagli ancora, in particolare veniva anche indicato il “livello di ostilità”, verso i sionisti, questo indice era stato stabilito in base alla partecipazione o meno del villaggio alla rivolta del 1936 . Nel 1947 l’ONU approvò la Risoluzione 181, in cui veniva stabilita la divisione della Palestina in due parti uguali, scontentando in questo modo la popolazione indigena, ovvero i palestinesi che erano presenti in maggioranza. Nello specifico il 42% della Palestina veniva assegnato a 818.000 palestinesi, mentre nel restante 56% avrebbero vissuto 499.000 ebrei e 438.000 palestinesi. Inoltre la città di Gerusalemme venne posta sotto un regime internazionale ed al suo interno vi vivevano 200.000 persone, metà erano palestinesi e metà erano ebrei . Sin dal principio i palestinesi ed il mondo arabo in generale si dimostrarono contrari a questa Risoluzione, mentre gli ebrei dichiararono di accettare questa posizione, ma all’atto pratico la ignorarono completamente. Quindi, il 29 novembre del 1947 fu adottata la Risoluzione 181 e di lì ad un mese ebbe inizio la pulizia etnica della Palestina, per mano degli ebrei. In risposta, all’inizio del gennaio 1948, entrarono in Palestina le prime truppe di soldati volontari provenienti dai paesi arabi. Iniziarono una serie di espulsioni forzate di palestinesi e nel marzo del 1948 gli ebrei avviarono il piano Dalet. Già ad aprile erano stati espulsi 250.000 cittadini palestinesi dalla Palestina. Il 15 maggio del 1948 gli inglesi posero fine al loro mandato in Palestina e subito l’Agenzia ebraica proclamò la nascita di uno Stato ebraico in Palestina, che venne immediatamente riconosciuto dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica. Fonte: La pulizia etnica della Palestina di Ilan Pappe
Col termine Striscia di Gaza (in arabo: قطاع غزة, Qiṭāʿ Ghazza; in ebraico: רצועת עזה, Retzu'at 'Azza) si indica un territorio palestinese confinante con Israele e Egitto nei pressi della città di Gaza. Si tratta di una regione costiera di 360 km² di superficie popolata da circa 1.400.000 abitanti di etnia arabo palestinese.[1]
Quest'area non è riconosciuta internazionalmente come uno Stato sovrano, ma è reclamata dall'Autorità Nazionale Palestinese come parte dei Territori palestinesi. Dalla battaglia di Gaza del 2007 il governo della striscia è oggi nelle mani dell'organizzazione palestinese Hamas.
È delimitata dalla barriera tra Israele e la Striscia di Gaza e le principali città sono Gaza (in arabo Ghazza) e Rafaḥ.
La Striscia di Gaza non è riconosciuta internazionalmente come parte di qualsiasi paese sovrano. Si sostiene da parte della Autorità nazionale palestinese che sia parte dei territori palestinesi, anche se in seguito alla battaglia di Gaza (2007), il controllo effettivo del territorio è passato ad Hamas. Israele, che ha governato la Striscia di Gaza dal 1967 al 2005, ancora controlla lo spazio aereo della striscia, le sue acque territoriali e l'accesso marittimo, così come il lato israeliano della barriera tra Israele e la Striscia di Gaza. L'Egitto, che ha governato la Striscia di Gaza tra il 1948 ed il 1967 ne controlla la frontiera meridionale.
Occupazione israeliana (1967-1994)
Israele ha occupato la Striscia di Gaza di nuovo nel giugno 1967 durante la guerra dei sei giorni. L'occupazione militare è durata per 27 anni, fino al 1994. Tuttavia, secondo gli accordi di Oslo, Israele mantiene il controllo dello spazio aereo, le acque territoriali, l'accesso off-shore marittimo, l'anagrafe della popolazione, l'ingresso degli stranieri, le importazioni e le esportazioni, nonché il sistema fiscale.
Durante il periodo di occupazione israeliana, Israele ha creato un insediamento, Gush Katif, nell'angolo sud ovest della Striscia, vicino a Rafah e il confine egiziano. In totale, Israele ha creato 21 insediamenti nella Striscia di Gaza, su circa il 20% del totale del territorio. Durante tale periodo l'amministrazione militare è stato anche responsabile per la manutenzione di impianti civili e dei servizi.
Nel maggio 1994, a seguito degli accordi israelo-palestinese, noti come accordi di Oslo, un graduale trasferimento di autorità governative per i palestinesi ha avuto luogo. Gran parte della Striscia (tranne che per la liquidazione blocchi militari e le zone insediate) passò sotto il controllo palestinese. Le forze israeliane lasciarono Gaza City e le altre aree urbane, lasciando l'amministrazione alla nuova Autorità palestinese.
La guerra arabo-israeliana del 1948 (per gli israeliani "Guerra d'indipendenza, מלחמת העצמאות, per gli arabi "al-nakba", النكبة, ossia "la catastrofe")è il modo in cui viene chiamata l’invasione armata della Palestina da parte di ebrei e sionisti, con il placet della comunità internazionale, attraverso la risoluzione 181 dell’ONU. Il 10 marzo di quello stesso anno, un gruppo di undici uomini, dirigenti sionisti veterani e giovani ufficiali militari ebrei ultimarono il piano di pulizia etnica della Palestina. Quello stesso giorno, ad ogni unità presente sul campo venne fornito un elenco di villaggi e quartieri, quali obiettivi del piano generale, che in codice era chiamato PIANO D (dalet in ebraico). La versione finale del piano dichiarava in modo esplicito che i palestinesi se ne dovevano andare da dove si trovavano. Questo progetto di pulizia etnica nei confronti degli abitanti della Palestina, era stato pianificato e preparato in modo accurato. Innanzitutto venne proposto un registro dettagliato di tutti i villaggi palestinesi, gestito dal Fondo Nazionale Ebraico (JNF) . Questo meccanismo di registrazione e di schedatura dei villaggi palestinesi erano iniziato a partire dagli anni ’30. Di ogni villaggio erano state indicate le vie d’accesso, la qualità della terra, le sorgenti d’acqua, quali fossero le principali fonti di reddito, la struttura socio-politica, le appartenenze religiose, le relazioni con gli altri villaggi, l’età degli uomini tra i 16 ed i 50 anni e altri dettagli ancora, in particolare veniva anche indicato il “livello di ostilità”, verso i sionisti, questo indice era stato stabilito in base alla partecipazione o meno del villaggio alla rivolta del 1936 . Nel 1947 l’ONU approvò la Risoluzione 181, in cui veniva stabilita la divisione della Palestina in due parti uguali, scontentando in questo modo la popolazione indigena, ovvero i palestinesi che erano presenti in maggioranza. Nello specifico il 42% della Palestina veniva assegnato a 818.000 palestinesi, mentre nel restante 56% avrebbero vissuto 499.000 ebrei e 438.000 palestinesi. Inoltre la città di Gerusalemme venne posta sotto un regime internazionale ed al suo interno vi vivevano 200.000 persone, metà erano palestinesi e metà erano ebrei . Sin dal principio i palestinesi ed il mondo arabo in generale si dimostrarono contrari a questa Risoluzione, mentre gli ebrei dichiararono di accettare questa posizione, ma all’atto pratico la ignorarono completamente. Quindi, il 29 novembre del 1947 fu adottata la Risoluzione 181 e di lì ad un mese ebbe inizio la pulizia etnica della Palestina, per mano degli ebrei. In risposta, all’inizio del gennaio 1948, entrarono in Palestina le prime truppe di soldati volontari provenienti dai paesi arabi. Iniziarono una serie di espulsioni forzate di palestinesi e nel marzo del 1948 gli ebrei avviarono il piano Dalet. Già ad aprile erano stati espulsi 250.000 cittadini palestinesi dalla Palestina. Il 15 maggio del 1948 gli inglesi posero fine al loro mandato in Palestina e subito l’Agenzia ebraica proclamò la nascita di uno Stato ebraico in Palestina, che venne immediatamente riconosciuto dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica. Fonte: La pulizia etnica della Palestina di Ilan Pappe
Col termine Striscia di Gaza (in arabo: قطاع غزة, Qiṭāʿ Ghazza; in ebraico: רצועת עזה, Retzu'at 'Azza) si indica un territorio palestinese confinante con Israele e Egitto nei pressi della città di Gaza. Si tratta di una regione costiera di 360 km² di superficie popolata da circa 1.400.000 abitanti di etnia arabo palestinese.[1]
Quest'area non è riconosciuta internazionalmente come uno Stato sovrano, ma è reclamata dall'Autorità Nazionale Palestinese come parte dei Territori palestinesi. Dalla battaglia di Gaza del 2007 il governo della striscia è oggi nelle mani dell'organizzazione palestinese Hamas.
È delimitata dalla barriera tra Israele e la Striscia di Gaza e le principali città sono Gaza (in arabo Ghazza) e Rafaḥ.
La Striscia di Gaza non è riconosciuta internazionalmente come parte di qualsiasi paese sovrano. Si sostiene da parte della Autorità nazionale palestinese che sia parte dei territori palestinesi, anche se in seguito alla battaglia di Gaza (2007), il controllo effettivo del territorio è passato ad Hamas. Israele, che ha governato la Striscia di Gaza dal 1967 al 2005, ancora controlla lo spazio aereo della striscia, le sue acque territoriali e l'accesso marittimo, così come il lato israeliano della barriera tra Israele e la Striscia di Gaza. L'Egitto, che ha governato la Striscia di Gaza tra il 1948 ed il 1967 ne controlla la frontiera meridionale.
Occupazione israeliana (1967-1994)
Israele ha occupato la Striscia di Gaza di nuovo nel giugno 1967 durante la guerra dei sei giorni. L'occupazione militare è durata per 27 anni, fino al 1994. Tuttavia, secondo gli accordi di Oslo, Israele mantiene il controllo dello spazio aereo, le acque territoriali, l'accesso off-shore marittimo, l'anagrafe della popolazione, l'ingresso degli stranieri, le importazioni e le esportazioni, nonché il sistema fiscale.
Durante il periodo di occupazione israeliana, Israele ha creato un insediamento, Gush Katif, nell'angolo sud ovest della Striscia, vicino a Rafah e il confine egiziano. In totale, Israele ha creato 21 insediamenti nella Striscia di Gaza, su circa il 20% del totale del territorio. Durante tale periodo l'amministrazione militare è stato anche responsabile per la manutenzione di impianti civili e dei servizi.
Nel maggio 1994, a seguito degli accordi israelo-palestinese, noti come accordi di Oslo, un graduale trasferimento di autorità governative per i palestinesi ha avuto luogo. Gran parte della Striscia (tranne che per la liquidazione blocchi militari e le zone insediate) passò sotto il controllo palestinese. Le forze israeliane lasciarono Gaza City e le altre aree urbane, lasciando l'amministrazione alla nuova Autorità palestinese.
1 commenti:
Non posso che complimentarmi Manu,
chiunque cerchi di metter luce su iò che sta avvenendo è degno di stima.
Grazie, anche per l'immagine.
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